martedì 10 novembre 2015

La via ferrata del Vajont, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia (ITA)

La via ferrata del Vajont, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia



Nasce nelle Dolomiti la strepitosa via ferrata del Vajont, la “Ferrata della Memoria”, nata da un geniale idea di Fabio Bristot “Rufus” delegato del Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi che ha voluto ricordare anche attraverso lo sport la tragedia del Vajont.

Le Guide Alpine Cortina hanno operativamente costruito la via ferrata del Vajont apportando la loro conoscenza maturata in decenni di esperienza nella costruzione e mantenimento delle più famose vie ferrate delle Dolomiti, localizzate principalmente a Cortina d’Ampezzo. 
L'attacco del nuovo percorso attrezzato è raggiungibile facilmente grazie alla strada che da Longarone porta a Erto. 
Nello specifico giunti all'ultimo tornante verso sinistra, dove è posto un cartello che indica la via ferrata e un comodo parcheggio, si prosegue su una stradina verso destra che porta, dopo circa cento metri, in prossimità di una galleria dove si trova l’inizio del sentiero localizzato sulla destra.

Scarica la locandina.

Inizialmente si scende per pochi metri fino a raggiungere lo spettacolare canale che portava l'acqua dal torrente Vajont alla cartiera di Codissago già alla fine del 1800.

Si prosegue questo canale fino a trovare una prima galleria di circa 150 m per la quale è consigliato portarsi una pila, seguita da una cengia con cavo da via ferrata, un’altra galleria più corta e altra cengia più esposta ma facile.
Al termine della cengia si raggiunge una scala che segna l’inizio della parte difficile con i primi 100 metri impegnativi ed esposti.


Subito dopo, grazie anche a una serie di cenge, si arriva a uno spallone intermedio, dove inizia la seconda parte verticale sempre difficile ma meno impegnativa della precedente, per poi proseguire su un’altra cengia verso destra e una seconda scala. Da qui si segue un intaglio nella roccia, costruito per far passare la teleferica che da Longarone portava i calcestruzzi fino sul cantiere della diga del Vajont, da dove in 5 minuti si arriva al sentiero 380 grazie al quale si raggiunge infine la diga del Vajont con la possibilità svoltando a sinistra di ritornare alla partenza.
Complessivamente ci sono 600 m di ferrata sul canale iniziale, seguiti da altri 60 in verticale. La difficoltà è facile nel tratto iniziale e molto difficile in quello seguente. Il tempo di percorrenza stimato è di circa 2/2,5 ore.
Dopo la bellissima falesia di Erto, grazie alla nuova via ferrata del Vajont questa zona e le sue pareti diventano ancor più un luogo ideale per gli appassionati di montagna.
Grazie alla nuova via ferrata, quello della memoria legato alla Diga del Vajont proponendo anche la visita del Museo Longarone Vajont Attimi di Storia, quello architettonico proponendo la visita a Erto vecchia, e quello enogastronomico legato al rapporto tra il Gelato Artigianale e Longarone.






Località di parcheggio: L’attacco del nuovo percorso attrezzato è raggiungibile facilmente grazie alla strada regionale 251 che da Longarone porta a Erto. Nello specifico, dall'abitato di Codissago salire fino al sesto tornante, dove è posto un cartello che indica la via ferrata.
Dislivello salita e ferrata: 260 + 700 m
Tempo medio di salita: 2/2,5 ore
Difficoltà : A-B-C-D Media/Difficile. La difficoltà è facile nel tratto iniziale e molto difficile in quello seguente
Attrezzatura necessaria: set da ferrata, casco, pila frontale

domenica 23 agosto 2015

Grossglockner (3.798 m) - AUT

Cai di Gorizia, Scuola Isontina di Alpinismo

Il Grossglockner, la più alta vetta degli Alti Tauri, sorge al confine fra i Länder austriaci del Tirolo, del Salisburghese e della Carinzia. Con i suoi 3.798 m di altitudine, è anche la più alta vetta austriaca.


Già nel XVI secolo il Grossglockner compare nella carta di Wolfgang Lazius come l'unico monte dei Tauri. Il suo nome deriva dalla sua forma a campana ("Glocken") o dal "Goldglocken", ovvero l'estrazione dell'oro. Durante la febbre pionieristica della montagna che fece seguito alla prima scalata del Monte Bianco (1779), il vicario generale carinziano della diocesi di Gurk, Sigismund von Hohenwarth, convinse il Principe Vescovo a patrocinare la scalata del Grossglockner. Il conte Franz Graf von Salm-Reifferscheid organizzò una spedizione, considerando l'ascensione del Grossglockner come "meta eccelsa dell'attività scientifica". Il primo tentativo si concluse nel 1779 sul Kleinglockner (piccolo Glockner), cima leggermente più bassa del Grossglockner, divisa dalla vetta principale da una forcella molto esposta. Un'altra spedizione organizzata dal Principe Vescovo nel 1800 fece uso di scale, rudimentali ramponi, lunghi bastoni e una corda tesa attraverso la forcella, grazie alla quale il 28 luglio 1800 la vetta fu conquistata. Il primo a mettere piede sulla vetta fu il parroco di Döllach, Don Horasch, seguito dai fratelli Klotz e da due scienziati. Sulla vetta fu issata una croce.
In questo bellissimo luogo il Club Alpino eresse nel 1876 il "rifugio Glockner". Questo edificio permetteva di fare una tappa dopo 1700 m di dislivello nella lunga salita da Heligenblut alla vetta del Grossglockner (in tutto 2.500 m di dislivello) e ospitò da subito quasi 3.000 alpinisti all’anno. Poco dopo l’inaugurazione, il rifugio ospitò un uomo che avrebbe suscitato straordinario scalpore per il destino che lo attendeva: il 28enne margravio Alfred Pallavicini, considerato “l’uomo più forte di Vienna”.
Accompagnato da tre guide alpine tentò la salita del Grossglockner dal Pasterze attraverso il canale di ghiaccio, lungo 600 m e con una pendenza di 52°, che da allora porta il suo nome. Con grande bravura ma non sufficiente prudenza - la sua piccozza venne ritrovata solo nel 1924 - una delle guide cominciò a ricavare dei gradini nel ghiaccio. Si sarebbe dovuto alternare con le altre guide ma la posizione precaria non permise l’avvicendamento.
L’uomo continuò il suo lavoro fino quasi allo sfinimento - 2.500 gradini in sette ore, ma la vetta era conquistata. Questa incredibile impresa venne ripetuta solo 23 anni dopo. Nel giugno del 1886 Pallavicini, con tre compagni, affrontò la spaventosa parete del Glockner. Poco sotto la vetta un cornicione di neve investì la cordata e la strappò dalla parete. 
Solo Pallavicini sopravvisse alla caduta. Vagò invano tra i crepacci verso valle. Una settimana più tardi fu ritrovato rannicchiato sul bordo di un crepaccio, morto, senza un occhio e con il naso maciullato. Il suo corpo riposa nel cimitero di Heiligenblut, di fronte a quel libro in metallo sulle cui pagine sono incisi i nomi delle vittime del Grossglockner.
Anche ai giorni nostri il Grossglockner è meta di alpinisti di tutto il mondo. Il rifugio Arciduca Giovanni (Erzherzog Johann Hütte), chiamato anche Adlersruhe, con i suoi 3.454 m di altitudine è il più alto d'Austria ed è una base perfetta per l'ascensione al Grossglockner. Sulla vetta del Grossglockner si eleva la famosa "Kaiserkreuz", una croce trasportata e issata sulla vetta nell'anno 1800 dalle guide alpine di Kals.
Il rifugio Adlersruhe/Erzherzog Johann Hütte è la base per la salita che dal rifugio richiede solo 1 ora e mezza - 2 ore. Col bel tempo, il tramonto del sole a quasi 3.500 m d'altitudine offre uno spettacolo indimenticabile dalle cime del Dachstein alle Dolomiti. Ci sono varianti che presentano diversi gradi di difficoltà. Le due varianti classiche dell'ascensione al Grossglockner salgono una da Kals nel Tirolo Orientale e una da Heiligenblut in Carinzia.
La salita della cima più alta dell´Austria si svolge in ambiente severo, con cresta a tratti esposta, per superare i 344 metri di dislivello dal rifugio Erzherzog-Johann-Hütte alla vetta è necessario avere esperienza e attrezzatura alpinistiche, passo sicuro, assenza di vertigini, ramponi, corda e piccozza, la salita necessita adeguato allenamento fisico e capacità di scalare su roccia con i ramponi per la salita finale all'anticima e per la cima.

Il nostro itinerario sulla via normale: Luckner Hütte (2241 m), Stüdl-Hütte (2801 m), Johann Hutte (3454 m), Cima Grossglockner (3798 m). 

22.08.2015 - Dal parcheggio di Kals (1920 m) seguire il sent. 702B in direzione della Lucknerhutte, risalendo quindi completamente la valle fino al Rif. Studlhutte (2801 m - 2 ore c.a.). Proseguire a mezza costa verso il ghiacciaio Ködnitzkees, quindi verso nord, lungo la “Alte Kaiser Weg”, traversando alla fine il ghiacciaio verso est in direzione della ripida ed evidente cresta rocciosa nera che scende dall’Adlersruhe. Superati i crepacci terminali, risalire la cresta, a tratti attrezzata e con tratti di misto, raggiungendo alla fine la Erzherzog-Johann-Hütte (3454 m – 2.30 ore).
Dislivello complessivo: 1530 m, tempi: 4 / 4,30 h ca
Video: YouTube

23.08.2015 - Dal Rif. una traccia conduce ad un canale con pendenze elevate (40°), che si risale al pianoro ghiacciato sommitale. Per cresta rocciosa, attrezzata con fittoni di ferro per assicurazione, con passi di misto, raggiungere il Kleinglockner (3783 m). Da qui traversare per cresta alla vicina cima con croce (2/4 ore a seconda delle condizioni e dell'affollamento). La discesa è avvenuta per lo stesso itinerario di salita.
Dislivello complessivo: 354 m in salita e 1900m in discesa
Foto - Picasa Web Album
Accedi a : Slideshow Picasa Web Album
Video: YouTube

Dislivello: 1.900 m Tempi di percorrenza: 6.00-7.00 ore circa; 
Lunghezza: 21 Km
Difficoltà : EEA - AG - II - PD+ 
Cartografia: ALPENVEREIN N. 40 - Grossglockner 1:25000
Partenza da:  parcheggio di Kals (1920 m)  NAV Lat. 47.021716° Lon. 12-689078°
Note: E’ necessario abbigliamento di alta montagna, giacca goretex, piumino, 2 paia di guanti, occhiali protettivi, crema. Per il rifugio obbligatorio sacco letto.

Traccia GPS e visualizzazione mappe - Grossglockner (3.798 m) - AUT at Wikiloc

sabato 14 marzo 2015

Forcella della Neve - Cadini di Misurina Belluno (ITA)

Cai di Gorizia
Vi presentiamo un'itinerario vario e suggestivo in un angolo spettacolare delle dolomiti i Cadini di Misurina,  qui si descrive il giro in senso antiorario, ma è anche possibile eseguirlo in senso orario, se vi fermate qualche giorno potete tentare pure la "Forcella del nevaio".



Descrizione itinerario:
dall'angolo sud orientale del lago di Misurina risalire la pista che scende dal rifugio Capanna col da Varda fino a poco sotto il rifugio. tagliare a destra sulla strada (alta via n.4) seguendo le indicazioni rifugio Città di Carpi che si raggiunge dopo un lungo mezzacosta in lieve discesa fino al Bus de Pogofa e da lì in salita in mezzo al bosco fino alla Forcella Maraia (mt 2110). tenersi al livello del rifugio e dirigersi a mezzacosta fino ad infilare una selletta che introduce al Cadin de le Pere.

Da lì risalire il ripido pendio a sinistra e raggiungere il falsopiano che conduce alla Forcella de la Neve (mt 2470). Raggiuntala si scende (attenzione nei primi metri) nel Cadin de la Neve. Con bella discesa si raggiunge la stazione a monte del dismesso skilift e seguendo la pista o fuori pista lungo il tracciato del dismesso impianto, si torna al lago di Misurina (estremità nord), da li con tecnica Skating sul lungolago si ritorna al parcheggio, ci meritiamo un buona birra Dolomiti !



Il tour nel tempo di un brano  Wish You'd Come True 2:49 min




Località di parcheggio: Seggiovia Col da Varda
Quota partenza: m 1756 quota arrivo: 2491 m.
Dislivello salita: 863 metri. dislivello discesa: 863 m.
Quota massima: m.2491
Lunghezza percorso: 13 km
Esposizione prevalente: SUD-EST  NORD-OVEST
Tempo medio di salita: 4:00 intero giro 5:30
Difficoltà sciistiche: MS, BS  i primi 100 m dalla forcella 
Attrezzatura necessaria: normale attrezzatura sci alpinismo Kit ARVA, pala e sonda.
Cartine: Tabacco, foglio 03 e 17

Punti appoggio: rif Città di Carpi, Hotel Lavaredo

   Traccia GPS - Forcella della Neve Cadini di Misurina at Wikiloc
Accedi a : Slideshow Picasa Web Album

sabato 28 febbraio 2015

Skialp Monte Coglians 2780 m (ITA)

Escursione effettuata da Stefano Pasca e Federico.

Classica gita alla vetta più alta delle Alpi Carniche 2780 , che è rappresentativa dello scialpinismo nel gruppo. Offre una lunga e regolare discesa in ambiente solare e vi si trova spesso bella neve trasformata. L’ultimo balzo per la vetta è molto ripido si consiglia di salirlo con picozza e ramponi.





Da Forni Avoltri si percorre la rotabile per Collina e, superato il paese, si prosegue fino al parcheggio presso il Rifugio Tolazzi. Talvolta questo ultimo tratto è di difficile percorrenza e si è costretti a lasciare l’auto dopo Collina e quindi a raggiungere il rifugio in 10-15 minuti a piedi.


Dal Rifugio Tolazzi si segue la strada forestale che con alcuni tornanti si inoltra nella valle del Rio Morarêt risalendone il fianco. Quando essa esce in campo aperto a quota 1585 m la si abbandona per risalire direttamente nel bosco lungo il lato orografico destro fino a raggiungere quota 1800 m nei pressi di un tornante della strada forestale proveniente da Casera Morarêt (è infatti possibile giungere qui seguendo tale strada, con percorso più lungo; tale percorso è consigliabile in caso di innevamento scarso). Ora si deve rimontare un canale superficiale sulla destra che, con un ultimo tratto ripido, permette di guadagnare la conca alla base della bella Torre del Coston Stella (2:00 h). Si sale nell’ampio Vallone del Ploto lungo il ramo di sinistra, inizialmente non evidente. Verso quota 2450 m un risalto roccioso si evita con passaggi ripidi sulla sinistra, quindi con andamento verso destra si raggiunge un pianoro con dei massi a quota 2570 m circa. Un ultimo pendio permette di raggiungere l’inizio del tratto ripido, dove si possono lasciare gli sci. Chi non vuole salire in vetta può fermarsi presso la forcella alla destra della vetta del Monte Cogliàns, (2:00 h). Gli ultimi cento metri presentano pendii molto ripidi (necessari piccozza e ramponi) e si percorrono con un obliquo verso sinistra, esposto e con rocce affioranti, fino alla croce di vetta (0:30 h).

La discesa avviene lungo l’itinerario di salita. La discesa con gli sci dalla vetta si affronta solo in condizioni ideali di innevamento.




Località di parcheggio: Rifugio Tolazzi
Quota partenza: m 1408  quota arrivo: 2780 m.
Dislivello salita: 1372 metri. dislivello discesa: 1372 m.
Quota massima: m.2780
Lunghezza percorso: 13 km
Esposizione prevalente: SUD
Tempo medio di salita: 4
Difficoltà sciistiche: BS, OSA 40-45° i primi 100 m dalla vetta, piccozza e ramponi
Attrezzatura necessaria: normale attrezzatura sci alpinismo Kit ARVA, pala e sonda.
Cartine: Tabacco, foglio 01

   Traccia GPS - Skialp Monte Coglians 2780 m (ITA) at Wikiloc
Accedi a : Slideshow Picasa Web Album

domenica 1 febbraio 2015

La grande traversata Bukovec-Smrekov-Golaki - Selva di Ternova Lokve (SLO)

Escursione effettuata da Andrea Olivieri e Roberto.

Gita effettuata 1/2/2015. 
Escursione con partenza da Lokve. Si inizia percorrendo in salita la strada carrozzabile verso il Passo dei Turchi (Turski Klanec, 1101m). Arrivati al passo, si prende la strada a sinistra, nel bosco, e dopo circa 5 km dalla partenza (3 km dal passo), in prossimità di un bivio, si risale un ultimo pendio ripido nel bosco fino in cima al monte Bukovec (1445 m). Non esiste alcun sentiero segnato ed è necessario orientarsi  con una buona cartina.
In divertente discesa si ripercorrono a ritroso le tracce di salita fino al bivio e si continua lungo la strada per circa 1 km. Poi la si abbandona per salire  attraverso un bosco di faggi fino alla cima dello Smrekov Vrh(1449 m).
Da lì si percorre la cresta fino alla cima del Monte Golaki (1495 m) cercando il percorso più comodo nel bosco.
Normalmente il rientro è agevole perché la discesa al rifugio Iztokova Koca e il percorso fino Mala Lasna sono tracciati perché molto frequentati.
Infine si rientra a Lokve scollinando nuovamente al passo dei Turchi, chiudendo così questa grande traversata sui Monti di Lokve.



Note: è possibile partire dal passo dei Turchi per accorciare il percorso di circa 4km. L’itinerario richiede un buon innevamento vista la presenza di sassi e pietre. Consigliati sci sacrificabili e un casco(si scia nel bosco!).
Warning: L'escursione si svolge in zone ampie e selvagge: al di fuori delle strade più frequentate, mancano completamente le indicazioni e, considerate le difficoltà di orientamento, è assolutamente necessaria una buona capacità di muoversi in questi terreni e una cartina dettagliata accompagnata possibilmente da un dispositivo GPS. Noi l’abbiamo percorsa durante una nevicata con scarsa visibilità, ma conoscevamo il percorso.

Località di parcheggio: Abitato di Lokve.
Quota partenza: m 950.  quota arrivo: 1495 m.
Dislivello salita: 900 metri.  dislivello discesa: 900 m.
Quota massima: m.1495
Lunghezza percorso: 17 km
Esposizione prevalente: NORD
Tempo medio di salita: 7
Difficoltà sciistiche: MS
Attrezzatura necessaria: normale attrezzatura sci alpinismo + lampada frontale
Periodo effettuazione: quando vedete la neve sul Golaki, vedi webcam
Cartine: Mappe SLO Scala1/50000.



Traccia GPS - Bukovec-Smrekov-Golaki at Wikiloc
Per chi volesse solo fare la cima del Golaki con un percorso facile MS, proponiamo la partenza da Predmeja, Traccia GPS Predmeja-Golaki


mercoledì 28 gennaio 2015

Pirenei - Trekking nel Parco di Ordesa (FRA) (ESP)

25-31 luglio 2013 - Postato da Edda Kriz.


Il Parco nazionale di Ordesa e Monte Perdido è un parco nazionale spagnolo, istituito nel 1918. Si trova nei Pirenei centrali, nel territorio della comarca di Sobrarbe, nella provincia di Huesca. Il parco è stato istituito nel 1918 su di una superficie di appena 21 km² riguardante la sola valle d'Ordesa, successivamente ampliata fino all'estensione attuale di 156 km².



Il trekking è stato fatto dal 25 luglio al 1 ottobre, è stato organizzato per tempo, in gennaio, primi di febbraio abbiamo prenotato tutti i rifugi, di seguito descriviamo il nostro trekking di difficoltà EE.

25/7 - Volo da Venezia 9.20 - Toulouse 11.15, navetta e treno per Lourdes ore 14.41 taxi per Gavarnie rifugio La Gypaete.

26/7Gavarnie 1.380 m - Rifugio Breche de Roland 2.587 m. - Rifugio Goriz 2.160 m. Disl: 1.800 tempo 8 ore.  Dal rifugio Gypaete inamminasi in direzione Cirque de Gavarnie, attraversato il primo ponte, si lascia sulla dx un cimitero, seguire le indicazioni per la Breche de Roland. C'è un altro sentiero, più ripido, che conduce al rifugio, ma questo che risale la valle Pouey Aspè ed arriva fino a Port de Boucharo sul confine spagnolo è il più bello. Da port Boucharo il sentiero si fa più ripido, si attraversano nevai e torrenti. Il rifugio si raggiunge in circa 5 ore e 1/2 - Non utilizzata attrezzatura alpinistica (ma potrebbe essere necessaria in altri periodi dell'anno). Una volta raggiunta la Breche (2.807 m.), vi si aprirà uno splendido panorama sui 2 versanti. Da qui attenzione! - il tratto spagnolo è un sentiero non segnato, ma indicato con ometti di pietra. Per raggiungere il Rifugio Goriz esistono 2 possibilità. La prima più veloce ma esposta seguendo una cengia a mezzacosta sulla sinistra. Noi abbiamo percorso quest'ultima variante. Perchè non si perde quota, è più panoramica. Necessari ramponi piccozza in caso di neve. Tratto esposto attrezzato con catena. Non difficile, alpinistica. Sentiero non segnato, ma intuitivo. Dalla Brecha di Roland al rif. Goriz circa 2 e ½ ore. Dopo la caverna che si incontra sul sentiero, il tracciato si fa più facile,si scende per balzi rocciosi tra numerosi rivoli d'acqua, qualche ometto e prati verso il rifugio. La seconda via percorre il canalone detritico che scende a valle. In ogni caso il percorso è molto intuitivo.Si perde velocemente quota fino alla zona pianeggiante sottostante. Da qui puntate decisi tutto a sinistra. Questa è la zona meno segnata. Proseguendo incontrerete comunque prima o poi il sentiero per il Goriz. Ormai le difficoltà e i dislivelli sono già tutti superati. Dalla Breccia alla prima vista del rifugio passeranno circa 2 ore e 1/2, e da qui perdendo dislivello su un tratto roccioso a balzi raggiungerete il Goriz in un'altra mezz'ora.





27/7 Rif. Goriz (2.200) Perdido (3.355) disl. 1.155 Cilindro ( 3.325) disl. Tot. 1.350 Goriz Perdido 


La prima parte di salita, fino al lago Helado (2989m, 2h), si svolge lungo tracce ed è segnalata da molti ometti, talvolta fuorvianti. Ci sono alcuni brevi tratti di primo grado ed un tratto di secondo grado. Attenzione in caso di pioggia, in alcuni passaggi la roccia è consumata e può risultare scivolosa. Dal lago si risale una facile dorsale rocciosa fino al suo termine, per poi entrare nel ripido e faticoso canalone ghiaioso che porta fin sotto la cima. (45', 2h45'). Dall'uscita del canale in cinque minuti si arriva in cima. Se il canale è ricoperto di neve (probabilmente fino a luglio), data la pendenza e la possibile presenza di ghiaccio, è necessario essere equipaggiati di ramponi e piccozza. La pendenza è ripida 45°- 50°. Dalla cima, in due ore di discesa si torna al rifugio. Chi se la sente può salire il Cilindro ( noi no causa nebbia) necessario imbrago, corda di 35m, 4 rinvii, materiale x discesa in doppia). Due le vie di arrampicata alla base della breve parete: leggi e scegli. 

Al pie del mismo nos enfrentamos con la única dificultad de la ascensión, un diedro de algo más de quince metros que tenemos que trepar para montarnos en la cresta que se dirige a la cumbre. Este paso de poca dificultad de subida ( II +) está equipado con dos reuniones de parabolts que nos facilitaran su bajada utilizando una cuerda. Solo nos resta seguir la cresta bien por su filo o bordeando los puntos más verticales para llegar bajo su cumbre, donde superamos un corto resalte con una fácil trepada, para llegar a la fita que marca el fin del recorridoLo cierto es que la Derecha ocupa una posición más central, es más recta y un poco más corta, por lo que parece una opción más natural para subir. Pero tal vez debido a ello, tiene una roca muy pulida por el uso que hace que su dificultad se acerque al III grado más que al II, sobre todo en su parte inferior, invitando a utilizar la Izquierda. Esto es especialmente cierto durante la bajada: si hemos tenido la osadía de subir sin cuerda (lo que no es en general muy recomendable), la mayor estrechez y aspereza de la Izquierda la hacen preferible para un destrepe más protegido y menos expuesto.Pero lo ideal para bajar es rapelar la Derecha, que se encuentra equipada para ello. La distancia desde el anclaje hasta el suelo de la brecha es de alrededor de 25 metros, por lo que una cuerda de 40 metros NO llega para hacerlo en doble de una sola tirada, como pudimos comprobar. Por suerte, los dos tercios superiores de la chimenea son poco verticales y nos permiten una detención segura mientras se cambiaba arriba la cuerda para seguir en simple. Hemos leído también que esa parte central dispone de un anclaje intermedio, aunque no lo podemos confirmar. Una vez superado el punto clave, nos separa todavía de la cumbre el colosal lomo del Cilindro, muy amplio y pedregoso, que esconde para el postre una última dificultad en forma de corto escarpe con escasez de presas. Se trata de una roca compacta de unos 4 metros de altura que recuerda un poco a la del Paso del Gato de la Munia, aunque en este caso no hay fisuras sino pequeñas rugosidades para pies y manos que quedan un poco alejadas entre sí. No vimos necesaria la cuerda para su descenso, aunque si vamos a llevarla de todas formas para la chimenea, puede venir bien en caso de que algún miembro del grupo se sienta más seguro con ella. 

Puoi far ritorno ad anello per Las Escaleras ( noi non lo abbiamo fatto perchè abbiamo trovato nebbia) 

La Ruta Punta de las Escaleras, pasa por el pico de la Punta de las Escaleras de 3.027 metros también parte desde el refugio de Góriz o desde el Valle de Ordesa, en esta ruta hay al menos 6 puntos clave (balizados) con buena roca que deberás afrontar, también se requiere de destreza en la escalada. Los 4 primeros tramos de “escalera” son relativamente fáciles después te encontrarás con algún paso de III, si no tienes este nivel o sufres de vértigo no es aconsejable realizar esta ruta . Para llegar al quinto escalón hay que descender ligeramente en un primer momento para después volver a remontar, este escalón es más largo y con mayor dificultad como ya hemos comentado, de aquí pasamos al sexto escalón que son aproximadamente 15 metros de trepada por un corredor parecido al anterior

28/7 Rif. Goriz (2.200) San Nicola de Bujuruelo Rif.(1.338) disl.350 da Pradera Ordesa navetta ogni 15 min. per Puente los Navarros, tempo 7.00 ore. Si percorre il panoramico canjon dell'Ordesa fino a Pradera. Sosta panino e birretta, ufficio informazioni. Prendere il bus fino a puente Navarros. Possibilità di taxi fino a San Nicola scendendo a Torla. Chi prosegue a piedi percorra la strada asfaltata, non passa nessuno, è bella e fa risparmiare tempo. 

29/7 Rif. San Nicola de Bujuruelo (1.338) Rif. Oulettes (2.151) Km 17 disl. 1.250 Partire alle 8.00 per arrivare prima delle 18.00La prima parte del sentiero è segnalata e comunque non si può sbagliare, segue la valle del fiume Ara. Arrivati all'indicazione del sentiero G11 che svolta a sinistra, proseguire a destra x prati qualche ometto. Proseguire a destra del fiume su traccia. Segnalazioni assenti o rare. Arrivati al Circo dell'Ara, 2 possibilità x scollinare: 1) il primo canalone che si incontra porta al passo Les Oulettes, non è segnalato, ma intuitivo, basta risalirlo. Ramponi in caso di neve, si può risalirlo sulla sinistra x roccette un po' franose. Dal passo discesa a vista per tracce verso il rif. Les Oulettes che si vede dalla sommità. 2) Si prosegue lungo il traverso, attraversamento di nevaio per poi salire x traccia verso passo de los Mulos. Discesa per traccia a vista verso rifugio (tratto alto nevaio).






30/7 Rif. Oulettes (2.151) rif. Buylessance (2.651) disl.500 salita al  Petit Vignemale (3.032) da rif. Buy...disl. 400, oppure salita Grand Vignemale (3.298) da rif.Buy...disl 900 disc. 200 tempo salita 3.00. Partire alle 5.30 / 6.00 per affrontare con calma il Grand Vignemale e godere dello spettacolo delle cime illuminate dalle prime luci dell'alba. Sentiero ben segnalato. Siamo in Francia! Salita al Grand Vignemale facile, ghiacciaio vallivo a sud. No crepacci, pendenza media, 35°. Ramponi piccozza. A valle del ghiacciaio si può fare in parte percorso ad anello, vedi cartina. Riposo, birretta... c'è tempo x il Petit Vignemale. Facile.

31/7 Rif. Buylessance (2.651),  rif Buylessance Cauterets (950) e ritorno a valle.Tappa al lago de Gaube. Molti turisti. Prendere bus per Cauteret a Ponte d'Espagne. ( la strada ora è asfaltata). Assicurarsi che la la strada x Lourdes sia agibile. Lo scorso anno era interrotta x frane. Prendere corriera se c'è. Altrimenti taxi. Vai in centro all'ufficio turistico. Distanza  da Lourdes 25km, prendere treno per Lourdes ore 13.30 o 15.40 (1 h), poi treno per Tolosa ore 15.15 8 (3h.14) o 17.43 ( 1.44 h)

1/8 Toulose aereo: orario di chiusura imbarco 6.35 partenza 7.10 

Foto - Picasa Web Album parte 1

Foto - Picasa Web Album parte 2
Accedi a : Slideshow Picasa Web Album parte 2


Rifugi:
Rifugio Gite Le Gypaete Gavarnie puyo.olivier@wanadoo.fr
Refugio Goriz reservas@alberguesyrefugiosdearagon.com goriz@goriz.es
Rifugio de Bujaruelo info@mesondebujaruelo.com Refugio de Bujaruelo
+34 974 486412 22370 TORLA HUESCA
www.refugiodebujaruelo.com
http://www.facebook.com/RefugiodeBujaruelo
Refugio les Oulettes pauline.fabert@gmail.com http://refugeouletesdegaube.ffcam.fr
Rifugio Baysellance refuge.bayssellance@free.fr
Toulose Petite auberge de Saint-Sernin. Telefono: 07 60 88 17 17
Email: auberge.toulouse@gmail.com

domenica 25 gennaio 2015

#Find_Away: Episode 2 - Japan by Van

Vista la cronica mancanza di neve dalle nostre parti vi proponiamo un video dove la polvere non manca. 


Sorgenti di acque calde, caramelle Hi-Chew a profusione e un furgone Hi-Ace: Pep Fujas, Eliel Hindert e Carston Oliver si imbarcano in un classico "road trip" con la guida locale Makoto Takeishi, alla scoperta del significato più genuino di "neve fresca", nel backcountry di Shirakawa, Hokkaido, Giappone. 
Foto: GARRETT GROVE

domenica 18 gennaio 2015

Vallée Blanche Mont Blanc Chamonix (FRA)

13 aprile 2014 - Organizzato dal CAI Cividale in occasione dei 50 anni della sezione.

La Vallée Blanche è la discesa fuoripista più famosa del mondo, lunga circa 25 Km, la Vallée Blanche unisce Italia e Francia attraverso la Mer de Glace, lungo ghiacciaio che si snoda tra guglie di granito cariche di storia dell’alpinismo, enormi seracchi e crepacci. Rimarrete senza fiato per la bellezza di questi luoghi selvaggi. La discesa parte  dall'Aiguille du Midi (3.800m versante Chamonix) aggiunge alla discesa una spettacolarità dell'ambiente che non ha eguali. per poi percorrere i ghiacciai dapprima del Gigante e poi della Mer de Glace, fino ad arrivare nel paese di Chamonix.

Breve video di come si affronta:



Breve video di come l'abbiamo affrontata:



Dall'uscita della funivia, scendere a piedi al ghiacciaio lungo la cresta ben protetta da cordoni come parapetti (utili eventualmente i ramponi).
Raggiunto il ghiacciaio (consigliabile progredire avendo indossato l'imbraco) scendere nella piana sottostante in direzione del Tacul (di fronte all'Aiguille du Midi) e quindi puntare in diagonale verso sinistra dove meno ripido (direzione del rifugio Torino). Tenere sulla sinistra il grosso ronchione roccioso dove passano gli ovetti che portano alla punta Helbronner e quindi aggirarlo raggiungendo la Valle Blanche. Scendere ora lungo la Valle Blanche raggiungendo una zona più ripida e crepacciata. Restare sulla sinistra tenendo i seracchi sulla destra e scendere per un passaggio obbligato (prestare attenzione al pericolo caduta seracchi). Traversare verso destra passando sotto la zona dei seracchi lungo un tratto in falso piano (tratto sicuro perchè ben distante e riparato dalla possibile caduta seracchi), raggiungendo l'inizio della lunga lingua glaciale.




Proseguire lungo la lingua glaciale che, dopo un lungo tratto in falso piano, gira verso sinistra.
Proseguire fino al termine del ghiacciaio (breve tratto ripido dove è necessario fare attenzione), nel caso in cui lo scarso innevamento non consenta l’arrivo con gli sci a Chamonix, è necessario usufruire del trenino di Montenvers che collega il ghiacciaio con il centro del paese.

Materiale
• normale dotazione
• imbraco (consigliato)
• 2 chiodi da ghiaccio (consigliato)
• 2/3 moschettoni (consigliato)
• 1 cordino (consigliato)
• 30m di corda (consigliato)
• picozza (consigliato)
• ramponi (non indispensabili)

Note tecniche
• difficoltà: BSA/S2
• dislivello: 100m in salita
• tempo: 4/5h (discesa)
• esposizione: ESE – WNW
• quota partenza: 3840m

Note
Itinerario in discesa su ghiacciaio (per questo è consigliabile avere uno spezzone di corda, qualche chiodo, ramponi e picozza); il percorso, molto ben segnalato dai numerosi passaggi, non è tecnicamente impegnativo eccezion fatta per un paio di brevi tratti obbligati. L’ambiente è spettacolare soprattutto nella parte alta del percorso.
Accesso stradale
Da Aosta prendere l’autostrada per il traforo del Monte Bianco fino a raggiungere e superare l’uscita di Courmayeur. Restare in autostrada (indicazioni per il tunnel del Monte Bianco) che, poco oltre termina. Superare una breve galleria e proseguire sulla strada principale superando un grosso tornante verso sinistra, per poi raggiungere il tunnel del Monte Bianco (indicazioni).
Entrare nel tunnel (casello all'ingresso; attualmente – 2012 – il prezzo andata e ritorno è di circa 55 € e ha una validità di una settimana) per poi uscire in Francia. Proseguire in discesa raggiungendo Chamonix (indicazioni) e quindi la funivia per l'Aiguille du Midi (indicazioni per il parcheggio, posto all'ingresso del paese sulla destra).
Dal parcheggio attraversare la strada principale e raggiungere l'evidente partenza della funivia.
Acquistare il biglietto di sola salita per l'Aiguille du Midi (due tronconi della funivia;  il biglietto costa circa 47€).
Noi abbiamo pernottato presso l'Hotel Beau Sejour Via Corrado Gex 114 -11011 Arvier AO – tel. 016599031 – http://www.beausejourhotel.com .

Traccia GPS - Vallee Blanche Mont Blanc at Garmin (su mappe Google)
Traccia GPS - Vallee Blanche Mont Blanc at Wikiloc (su diverse mappe base)